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ARTESPAZIO20
ENZO TAPPA
Testi Critici
Nei lavori di Enzo Tappa la materia si fa interprete dell'essenzialità dell'esistenza, regina incontrastata della scena, scevra di ogni aggiunta, di qualsiasi mistificazione. La natura parla attraverso le opere dell'artista, mostra la sua bellezza al di là dell'intervento umano, si fa arte nell'arte e concede la grazia della propria forza, una commovente poesia di superfici, di emozioni, di pensieri. E' un'esperienza plurisensoriale, che coniuga il profumo della cera alla ruvida carezza della corteccia di pino, mentre gli occhi si soffermano ammaliati dalla logica compostezza della composizione, sinfonia geometrica che pone ordine al Caos.
Emanuela Dho
Enzo Tappa è un artista dalle spiccate doti in cui prevale una sensibile versatilità nel trattare in modo originale i materiali. La realtà diventa una zona espandibile all'interno del nostro stesso pensiero che ci porta ad un'analisi tra forma e materia, ottenendo uno stile proprio.
Dalle sue opere si percepisce un dualismo, una ricerca dell'uomo che vive in un duplice universo materiale e spirituale; un modo singolare di dar voce all'arte con un rigore assoluto in cui, la materia, domina sull'imperfezione della realtà.
Loredana Trestin
....ed è ancora presente in questi ultimi lavori di Enzo Tappa l'intenso e profondamente vissuto processo di ricerca creativa dentro le materie eteroclite, i cromatismi, le configurazioni semiotiche, le pluralità coinvolgenti della mente negli specchi delle scritture sceniche, che delimitano il gioco linguistico nei tempi della fioritura lirica, illuminata da vivide emozioni produttive.
L'artista trova sempre dentro il proprio mondo le tracce di uno stimolo che lo scaldano, lo spronano ad esplorare diversi orizzonti: questi gli sbocciano quotidianamente nel sogno metamorfico dei pensieri e nelle feconde pulsazioni del linguaggio pittorico, effervescente di istintive autografie interiori.
Tutte le composizioni raccontano suggestivi percorsi semantici in tempi e ritmi che germogliano dalla sincera ed esplosiva poesia dell'animo....
Basilio Cardaci
"E' una pittura metodica e poetica allo stesso tempo, che si lascia guardare in un ampio raggio di respiro creativo. Enzo Tappa sa di trovarsi in un vortice incandescente di metamorfosi che l'attirano, quasi lo travolgono in continui processi di rivelazioni, in cui lo slancio tecnico diventa anche misura cronologica del puro sentire umano fragile e mutevole, nella differenza dei tempi linguistici, che egli ausculta nell'emozione delle potenze plastiche. L'azione del pittore si fa intensa passione di ricerche, di scavi vibranti di pathos, di attese spumeggianti nelle suggestive cromie, dell'attimo vissuto nei disegni prospettici delle sfaccettature materiche, spremute nell'essenza semantica della luce lessicale...
Il momento dell'attuale produzione del pittore si connota come una ricca, intensa e felice stagione creativa, aperta ai flussi delle illuminazioni liriche del proprio vocabolario, che lascia il segno della vivacità metrica e unificante dell'opera, imprimendovi il timbro emotivo degli efflussi interiori della personalità traboccante di nitide e sovrane percezioni....
Basilio Cardaci
Herbert Read sdrammatizzava l'eventuale soggezione nei confronti dell'uso del termine "astratto" in pittura. Diceva che "tutta l'arte è astratta" e non è stato il solo, Se per astrarre si intende trarre da, prescindere da quel punto di partenza che rimane il dato reale, poi variamente reinterpretato dalla personalità artistica, ecco che in effetti la definizione di arte astratta si allarga a macchia d'olio. Arte astratta sono ancora gli olii di Enzo Tappa che raffigurano in composizioni geometriche squarci dell'entroterra ligure e soprattutto ventimigliese, da Porta Canarda alla Chiesa di S. Michele, dalle chiesette dei borghi alle case di Fanghetto. Ma la tentazione concretista è in agguato, veicolata da una propensione di sempre alla rielaborazione geometrica del dato reale che in Tappa si sposa ad un linguaggio pittorico tonale, incline ad una scala di accordi lievi. Un uso controllato del colore, che rifugge dai contrasti timbrici, specchio di una inclinazione caratteriale ad un mondo riservato, senza strepiti. Viene da sé il richiamo all'opera di Enzo Maiolino, maestro dell'astrattismo geometrico, di adozione bordigotta, che di Tappa è stato maestro in senso letterale, prima ancora che retorico, insegnante di educazione artistica presso le scuole di Ventimiglia Alta. Poi esempio, attraverso cui affinare una scelta espressiva già effettuata e coltivata negli anni. Innanzitutto Mondrian, il cui percorso dal figurativo all'astrazione al neoplasticismo risulta esemplare: dal dato reale alla sua progressiva astrazione. Fino alla sua scomparsa, a favore di una scelta assoluta di orchestrazione di forme geometriche su di un piano bidimensionale. Ma il Mondrian di Tappa è ancora quello astratto, quello del periodo parigino del 1912, concentrato sullo studio delle facciate. E a proposito di astrattismo "minato" dalla propensione alla costruzione geometrica, proprio a Fangheito ebbe il suo atelier - coevo a quelli di Parigi e di foquebrune - Jean Leppien, allievo al Bauhaus di Kandinsky e Albers. Ľ'astrattismo geometrico nell'estremio ponente ligure ha poi come esponente di spicaa Antonio Calderara, che anche nel suo concretisins rimarrà fondamentalmente lombardo, di una levità anquea, lacustre. In Tappa, come in Maiolino, il territorio di appartenenza è pure spesso fonte di ispirazione, Tappa è piuttosto quello dei rilievi in legno imbiancato, oggetto di forti richiami. Ma il concretismo "puro" di di realizzazione parallela agli olii. Qui la severità costruttiva, il rigore dell'impianto, la seduzione della struttura matematica diventa predominante e si nutre quattrocenteschi di Piero della Francesca, genio anche di suggestioni antiche, i capolavori pittorico che Tappa ci induce a rileggere in riferimento ad un retroterra di appassionato matematico, autore di trattati e studi sulla prospettiva. Nascono appunto da una rivisitazione geometrica, da un'evidenziazione dell'ossatura di lavori come la Madonna del Parto degli affreschi aretini, la Pala centrale del Polittico della Misericordia o la Pala di Brera della Madonna col Bambino, alcuni lavori tra più purificati da riferimenti intuibili ai profani, con inserti cartonati o in sabbia imbiancata che favoriscono giochi di luce. Luce che incrocia gli ostacoli del rilievo, formando ombre parallele all'opera, che dà il meglio di sé osservata attraverso un fascio di luminosità obliqua, Certo Tappa conosce anche le sperimentazioni degli astrattisti comaschi, da Radice a Galli, il riferimento ci sembra diventare particolarmente evidente quando il gioco geometrico dei rilievi si ispessisce in sovrapposizioni ai limiti dello scultoreo. Ma per i lavori ultimi lo schiaffo dell'evidenza ci viene soprattutto da opere di Ben Nicholson, analoghi lavori in bianco accecante, rilievi su cui poi l'artista inglese interverrà anche con il colore. In ultimissime prove, Tappa sperimenta invece la combustione, tentativi che non sappiamo ancora se avranno un'evoluzione, non sembra facile innestare un elemento così libero, addirittura romantico, su una struttura così severa come quella dei rilievi, così lontana da tale libertà di gioco. Una libertà che affiora invece talora negli ol,i ad esempio in un'opera accattivante come "L'Albero" in cui il dato reale richiamato dal titolo si scompagina in varie combinazioni geometricamente incastonate una costruzione tra le più libere e mosse dell' artista, contraddistinta da movimenti diagonali.
Claudia Claudiano